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GRASSI: attenti al "piatto forte"

  • dott. Olivetti Roberto - endocrinologo
  • 9 mar 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Tenere sotto controllo colesterolo e trigliceridi non è il “ contorno ” alla terapia del diabete. Il loro effetto sul rischio cardiovascolare, infatti, si aggiunge a quello del diabete. Riportando a norma il profilo lipidico, migliora anche il controllo delle complicanze.

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Molte persone con diabete di tipo 2 trovano difficile tenere sotto controllo colesterolo e trigliceridi . Non è ne un caso, né una sfortuna. La condizione diabetica può essere associata ad altri disturbi del metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine, nonché dell’ipertensione ; questo quadro clinico,è denominato “sindrome metabolica”. Sarebbe sbagliato concentrarsi solo sul diabete ignorando queste condizioni.

La dislipidemia, cioè l’alterazione della concentrazione di colesterolo e trigliceridi , non è un contorno del diabete, ma un “piatto forte” con un incidenza sul rischio cardiovascolare almeno pari a quella del diabete stesso .

Il colesterolo, in particolare le sue molecole a bassa densità, ( LDL ) attaccano l’endotelio ( il rivestimento interno delle arterie ) già compromesso dalle iperglicemie, formando delle placche sulla sua superficie che ben presto rivestono la parte interna di tutte le arterie e possono arrivare ad avere anche più millimetri di spessore .

Le arterie rese più rigide non si allargano né restringono come dovrebbero .

L’effetto può essere un innalzamento della pressione .

Sulla placca possono crearsi ulteriori ostruzioni e trombi formati da piastrine, trigliceridi e altre sostanze i quali arrivano a precludere quasi interamente il passaggio del sangue o, ancora peggio, possono staccarsi ed essere trasportati in vasi più piccoli che vengono così ostruiti.

Questo fenomeno è alla base di tutte le complicanze del diabete. In sintesi occorre affrontare insieme al diabete tutte le dislipidemie, vale a dire gli squilibri relativi ai grassi nel sangue, con la stessa energia .

Le armi per combattere diabete e dislipidemie sono simili : alimentazione, esercizio fisico ed eventualmente farmaci . A differenza del diabete però, l’ipertrigliceridemia e l’ipercolesterolemia possono “ guarire” . L’equilibrio dei grassi può essere ristabilito anche una volta per tutte .

MISURARE I GRASSI

Conoscere il quadro lipidico, attraverso gli esami del sangue di trigliceridi, colesterolo totale, HDL( colesterolo buono ) e LDL ( Colesterolo cattivo ) è il primo passo da compiere verso il miglioramento .

Al pari della glicemia, la concentrazione di trigliceridi nel sangue varia continuamente nel corso della giornata e dipende in modo rilevante da quel che si è mangiato o bevuto nelle ultime 12 ore ; conviene misurarla al mattino a digiuno, facendo la sera prima un pasto normale .

Misurare la trigliceridemia all’indomani di un pasto particolarmente ricco di grassi saturi o di carboidrati o anche solo di una sera nel quale si è bevuto del vino, potrebbe dare un risultato alterato .

Per il colesterolo si chiede in genere al paziente diabetico il “profilo lipidico” , vale a dire sia la concentrazione di tutto il colesterolo sia la quota delle sue frazioni principali : VLDL HDL LDL.

Questi valori tendono ad essere piuttosto stabili e dopo un pasto non sono significativamente diversi dalla stessa giornata a digiuno .

In questo senso ricordano un poco l’emoglobina glicata .

Queste variabili andrebbero misurate almeno ogni anno ; con una frequenza maggiore se sono alterate.

GLI OBIETTIVI DA CENTRARE

Quali livelli bisogna raggiungere ? IL concetto è che più sono i fattori di rischio, meglio ciascuno di essi deve essere tenuto sotto controllo . Per le persone senza diabete né familiarità con diabete, non sovrappeso e che non fumano, né hanno avuto problemi cardiovascolari, un valore di 190 mg/dl di colesterolo totale e di 130 mg/dl per il solo LDL può andare bene .

Se è presente uno solo dei fattori di rischio prima esposti, il colesterolo totale dovrebbe scendere sotto i 160 mg/dl . Se per esempio, ha il diabete e il sovrappeso, si chiederà di scendere a 130 mg/dl per il colesterolo totale fino a scendere a 70 per il colesterolo LDL per le persone che associano molti fattori di rischio .

Il colesterolo HDL è invece considerato molto basso quando è inferiore ai 40mg/dl .

E’ importante aumentarlo, agendo sullo stile di vita, perché alti livelli di colesterolo HDL proteggono le arterie dall’azione del colesterolo LDL e dalle altre frazioni lipidiche, per esempio le VLDL . Per i trigliceridi, invece, il valore soglia consigliato alla persona con diabete è di 150mg/dl .

ALIMENTAZIONE AL CENTRO

Come si raggiungono questi obiettivi ?

Se parliamo di ridurre il colesterolo LDL e, quindi, quello totale, il contributo più grande proviene dalla alimentazione . E’ sempre consigliabile ridurre il consumo dei grassi saturi , Evitiamo di cucinare con il burro o peggio con la margarina : meglio l’olio di oliva; alterniamo la carne rossa , alla quale si toglieranno le parti più grasse , con quella bianca. Riduciamo di molto i salumi . Quanto ai formaggi bisogna saper scegliere : i formaggi di latte di capra e di pecora vanno preferiti a quelli di mucca . Tra questi si possono scegliere con tranquillità la ricotta , fatta con la parte meno grassa del siero. Ci sono poi fonti poco note di colesterolo come la frutta secca, i crostacei e i frutti di mare. Il pesce invece va benissimo.

Diverso il discorso per i trigliceridi che dipendono da due fattori: uno per così dire “storico” , cioè la quantità di massa grassa nell’organismo e uno “variabile” vale a dire la quantità di zuccheri assunta .

Per riportare a norma i trigliceridi occorre operare a due livelli : cercare di ridurre l’adipe , la “pancia” , con una alimentazione moderata , e ridurre i depositi di grasso nei muscoli attraverso l’esercizio fisico .

In secondo luogo , ma questo la persona con diabete dovrebbe farlo comunque , occorre restringere molto il consumo di dolci e in misura ancora maggiore di superalcolici e alcolici .

FARMACI ED ESERCIZIO FISICO

A questi elementi imprescindibili si può aggiungere la terapia farmacologica . Una famiglia di principi attivi chiamate statine e, più recentemente, l’ezetimibe, ci consentono di controllare il colesterolo .

Le statine sono prescritte spesso e sono correlate a una riduzione del colesterolo LDL e , in generale , del rischio cardiovascolare . Per ridurre i trigliceridi invece si possono assumere , ad alto dosaggio, gli acidi grassi omega 3 o i fibrati, specie il fenofibrato, che riducono la produzione di trigliceridi da parte del fegato .

L’alimentazione e i farmaci sono tuttavia meno decisivi nell’aumentare il livello del colesterolo buono, obiettivo doppiamente importante sia perché le molecole ad alta densità HDL ripuliscono le arterie, sia perché maggiore è la quota di HDL , minore quella di VLDL , che tendono a depositarsi sulle arterie .

Il modo migliore per aumentare il colesterolo buono è l’esercizio fisico. Non occorre fare sforzi enormi : per iniziare può bastare mezz’ora di camminata a passo svelto al giorno, ma deve entrare nelle nostre abitudini .

Gli effetti si vedranno molto presto sul colesterolo e col tempo anche sui trigliceridi , perché l’esercizio fisico porta a ridurre la quantità di acidi grassi non solo nel sangue ma anche nel fisico in complesso

EFFETTI INCROCIATI

I rapporti fra equilibrio glicemico e lipidico sono molteplici . Ad esempio un eccesso di insulina nel sangue porta ad un aumento del colesterolo LDL e ad una riduzione dell’HDL ; viceversa una riduzione dei grassi nel sangue aiuta a tenere sotto controllo il diabete. Ovviamente, riducendo l’apporto di grassi e di zuccheri e facendo esercizio fisico, la persona con diabete perde grasso e questo avvantaggia tutti i parametri : glicemia , colesterolemia , e trigliceridemia , per non parlare degli effetti positivi sulla pressione e sulla salute in generale .

Insomma noi possiamo instaurare un circolo vizioso in cui la sedentarietà e un alimentazione non equilibrata possono determinare un aumento del colesterolo, dei trigliceridi e della glicemia , oppure un circolo virtuoso in cui un aumento della attività fisica e una dieta equilibrata fanno si che il miglioramento ottenuto su di un fronte renda più facile raggiungere gli obiettivi sull’altro e viceversa. Il medico può mettere a disposizione delle informazioni, dare consigli e se necessario prescrivere alcuni farmaci tenendo presente che non esistono schemi standard e che ogni aspetto della terapia va personalizzato.

Comunque trattandosi di stili di vita la scelta la fa il paziente , ogni giorno .


 
 
 

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